- Diocesi di Frascati -

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù

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Sacramenti - > Confessione
Rembrandt - Il figliol prodigo

INDICE

Celebrazione del sacramento della Penitenza

Rito per la riconciliazione dei singoli penitenti

Rito per la riconciliazione di più penitenti
con la confessione e l'assoluzione individuali

Il "prima" della celebrazione

Il "dopo" della celebrazione

Procedure

(da Regia delle Celebrazioni Liturgiche, sussidio per gli animatori,
 Felice Ferraris, pp. 130-139)

RITO PER LA RICONCILIAZIONE DI PIU' PENITENTI
CON LA CONFESSIONE E L'ASSOLUZIONE INDIVIDUALI

Il sacramento della Penitenza è sempre un atto personale e comunitario insieme, perché in esso i fedeli "ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa" (LG 11). La celebrazione comunitaria del sacramento sotto questa seconda forma rituale mette maggiormente in luce l'aspetto ecclesiale del sacramento e lo presenta con un'azione celebrativa più estesa della Liturgia della Parola e della liturgia del sacramento.

"Quando i fedeli sono riuniti, si esegue secondo l'opportunità un canto adatto. Quindi il sacerdote saluta i fedeli e fa una breve introduzione alla celebrazione con indicazioni pratiche sul suo svolgimento concreto. Quindi invita tutti alla preghiera e dopo una sosta di silenzio recita l'orazione" (RP 23).

Per la celebrazione della parola di Dio, vengono date queste norme: "Il sacramento della Penitenza deve prendere l'avvio dall'ascolto della parola di Dio, perché proprio con la sua Parola Dio chiama a penitenza e porta alla vera conversione del cuore. Si possono scegliere una o più letture. Se più, s'intercali fra di esse un salmo. Se si fa una sola lettura, è bene trarla dal Vangelo" (RP 24).

"L'omelia, impostata sul testo della sacra Scrittura, ha lo scopo di portare i penitenti all'esame di coscienza, alla rinunzia al peccato e alla conversione a Dio. Deve quindi far comprendere ai fedeli che il peccato contro Dio si ritorce contro la comunità, contro il prossimo, contro il peccatore stesso" (RP 25).

"Terminata l'omelia, si faccia un'opportuna sosta di silenzio per dar modo ai penitenti di raccogliersi nell'esame di coscienza. Se lo si riterrà opportuno, l'esame comunitario di coscienza, come pure l'azione intesa a suscitare contrizione, possono tenere il luogo dell'omelia; in questo caso ci si deve chiaramente ispirare al brano della sacra Scrittura letto precedentemente" (RP 26).

Segue il rito di riconciliazione. "Su invito del diacono o di un altro ministro, tutti genuflettono o si inchinano e recitano la formula della confessione generale; quindi stando in piedi recitano la preghiera litanica o eseguono un canto adatto, con cui si esprima la confessione dei peccati, la contrizione del cuore, l'implorazione di perdono e la fiducia nella misericordia di Dio. Alla fine si dice il Padre nostro che non si deve mai omettere" (RP 27).

"I sacerdoti si distribuiscono nei luoghi predisposti per l'ascolto delle confessioni. I penitenti che desiderano fare la confessione dei loro peccati, si recano dal sacerdote di loro scelta e, accettata la soddisfazione, ricevono dal sacerdote l'assoluzione con la formula per la riconciliazione di un singolo penitente" (RP 28).

"Terminate le confessioni, i sacerdoti ritornano in presbiterio. Colui che presiede, invita tutti al rendimento di grazie, con cui i fedeli proclamano la misericordia di Dio. A conclusione della celebrazione, il sacerdote recita un'orazione a onore e lode di Dio per l'amore grande con cui ci ha amati" (RP 29).

Si termina con il congedo del popolo: "Terminato il ringraziamento, il sacerdote benedice i fedeli. Quindi il diacono o il sacerdote stesso congeda l'assemblea" (RP 30).

 

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