- Diocesi di Frascati -

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù

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Sacramenti - > Confessione
Rembrandt - Il figliol prodigo

INDICE

Celebrazione del sacramento della Penitenza

Rito per la riconciliazione dei singoli penitenti

Rito per la riconciliazione di più penitenti
con la confessione e l'assoluzione individuali

Il "prima" della celebrazione

Il "dopo" della celebrazione

Procedure

(da Regia delle Celebrazioni Liturgiche, sussidio per gli animatori,
 Felice Ferraris, pp. 130-139)

IL "DOPO" DELLA CELEBRAZIONE

"Con tanta maggior verità questo sacramento di salvezza influirà efficacemente sui fedeli, quanto più allargherà la sua azione a tutta la loro vita e li spingerà a essere sempre più generosi nel servizio di Dio e dei fratelli" (RP 7).

Il sacramento della Penitenza è tale se c'è di fatto la penitenza, cioè le opere concrete della conversione: il digiuno, la preghiera, l'elemosina, la riconciliazione con il prossimo, la pratica della carità, l'esercizio e la difesa della giustizia e del diritto, l'accettazione delle sofferenze, la correzione fraterna, l'ammissione delle proprie colpe davanti ai fratelli.

Questi sono i gesti che danno verità e valore al sacramento della Penitenza e al suo "dopo" celebrativo e con questi gesti si mostra anche la testimonianza data da chi veramente si converte. La vita concreta è il luogo nel quale si colgono le occasioni della conversione, si sopportano le pene come penitenza anche esteriore, si esercita la carità che "copre una moltitudine di peccati" (I Pt 4,8) e si ha la possibilità di uniformare maggiormente il proprio comportamento al Vangelo: le opere sono il segno di una riconciliazione già avvenuta.

 

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